Electa

La luce alla fine del tunnel

Quella notte una nebbia sottile offuscava la luce intensa delle due Lune e il gelo pungente dell’inverno di Palanthas portava i cittadini a rintanarsi in casa laddove c’era un fuoco caldo per potersi riscaldare.
Nel bosco a sud della grande città, tra le campagne contadine, una donna avvolta da un pesante mantello nero ,cavalcava velocemente e apparente senza meta ,portando con se un fagotto silenzioso.
Si accertò di non essere seguita da nessuno e giunta a ridosso si una piccola pianura , arrestò il suo destriero,era stanca e affaticata,si guardò intorno e delicatamente portò alla fioca luce della notte la neonata avvolta ancora in fasce ,che dormiva beata.
Una smorfia comparve sul suo volto,ma nonostante quella creatura rappresentasse per lei un fardello umiliante e scomodo, non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un sospiro di preoccupazione tipico di una madre per la propria figlia….figlia nata dall’unione di una seguace di Nuitari e un succube della Regina Oscura….sarebbero morte entrambe se il Conclave avesse saputo….
Lentamente scese da cavallo e scorse in lontananza una luce proveniente da una cascina di campagnoli……aveva deciso…
Mormorò poche sussurrate parole, non decifrabili da qualsiasi uomo comune di Krinn e si ritrovarono a pochi passi dall’uscio della casa.
Adagiò la bambina sul freddo della brina, ai piedi dell’abitazione……la guardò per qualche istante….le accarezzò il volto mormorandole qualcosa che provocò uno strano bagliore attorno alla piccola Electa ,e scomparve inghiottita dal buio.
La figlia del fattore, Joel, uscendo dalla stalla vide la scena e impaurita restò in silenzio a guardare ;corse in casa ma non fece mai parola della donna.
Electa crebbe in salute e in una tipica situazione contadina ma all’età di 7 anni cominciò a mostrare i primi segni di irrequietezza. Quel ambiente le era avverso, i bambini erano sporchi ,chiassosi e amavano giocare a fare la guerra;le bambine poco perspicaci ed intelligenti sognavano di divenire mogli di valorosi.
Fu così che la giovane Electa prese inizialmente ad isolarsi;amava la lettura e lo studio la quiete ed evitata il contatto fisico con gli altri che le dava una sorta di sensazione di “sporco”.
Successivamente il suo isolamento si tramutò in comportamenti contrastanti,arroganti;era arrivata ad odiare la fiacchezza della madre l’ignoranza e la rozzezza del padre e della sorella con cui crebbe un rapporto di reciproco astio.
Quando chiese alla famiglia la possibilità di andare in città a studiare ed istruirsi ricevette il rifiuto di tutti. Fu così che cominciò a maturare nella giovane un odio e disprezzo per quella gente che non sentiva come lei e ritenendola mediocre finì per sperare nella loro disfatta. Con i soldi guadagnati dai lavori manuali, che era costretta a fare, comprava di nascosto libri per poter studiare la geografia la storia le scienze e l’erboristeria ma venne scoperta e punita per la sua disobbedienza.
Il tempo passava ,Electa era sempre più irascibile e spesso avvertiva strani malori con febbri molto alte.
Una notte il fattore,ormai anziano, morì lasciando le tre donne sole. Disperata perché si sentiva ormai destinata a quella vita insulsa, Electa cominciò ad augurarsi la morte della madre, che ormai odiava con tutta se stessa, finche un giorno la trovarono inspiegabilmente priva di vita sul pavimento della cascina.
Nel villaggio le accuse verso Electa furono gravi e in molti vollero la sua morte alchè la sorellastra Joel decise di portarla con se in città e di raccontarle di ciò che aveva visto quella notte, 19 anni prima.
Fu cosi che la giovane donna apprese di essere stata abbandonata dalla madre naturale,una usufruitrice di arti magiche ,e cominciò a maturare l’idea che i suoi malori, la sua diversità ,che spesso in passato le aveva provocato sofferenza, era legata alla magia.
Visse a Palanthas con Joel per qualche mese,la quale si prese cura di lei, inspiegabilmente (solo dopo capì che Joel era terrorizzata all’idea di fare la stessa fine della madre)mentre lei passava tutte le sue giornate nella grande biblioteca alla ricerca di qualcosa che in realtà era in fondo al suo cuore.
Nel mese di Frostkolt ,mentre era di ritorno,all’imbrunire, fu fermata, in un vicolo cittadino,da un uomo avvolto dalle vesti nere che la chiamò a se. Non si spiegò mai perché non ebbe esitazione nell’avvicinarsi ,ne timore di quella figura che per tanti avrebbe rappresentato una minaccia,ma raccontandosi venne a conoscenza dell’Accademia dell’Alta stregoneria…….da quel momento la sua vita ne fu stravolta…

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Guardavo le travi del soffitto di legno entro cui le ombre della sera giocavano a far capolino un po tremanti ,annullate dalla luce del braciere accanto al letto…
C’era un silenzio confortante,l’unico momento della giornata in cui nessuno poteva vedermi,ne sentirmi e potevo essere niente e tutto allo stesso tempo e pensare tutto e niente nel medesimo istante..
Quasi fosse un gioco con me stessa, respiravo profondamente trattenendo piu aria possibile…adoravo quella fragranza esotica che ogni mago portava con se..come fosse il suo “profumo” personale…avevo constatato come potesse essere diversa da uno all’altro nonostante derivasse dagli stessi identici ingredienti che tutti portavano con se..
Guardavo di fronte a me ma sapevo e potevo scorgere la sua ombra accanto alla mia distesa sulle lenzuola ,che dormiva profondamente..l’unico uomo che fino ad allora aveva giaciuto con me,aveva letto i miei pensieri,interpretato le mie frasi sottili,vissuto la mia stessa giornata le mie stesse emozioni…il mio maestro..
In effetti da quando quella sera d’inverno l’avevo incontrato nel bel mezzo di una strada, come un ombra di morte, ne era passato di tempo..
Fu sconvolgente come quell’uomo mi aveva reso finalmente la vista..
La visione di una conoscenza piu ampia..la magia come parte di me..in un certo senso mi aveva restituito la mia parte migliore quella che mi era stata negata per lunghi anni.
Mi girai verso di lui:
“seb..?sei sveglio?”
“Lo sono sempre cara”rispose tenedo gli occhi chiusi
“Non pensi mai che magari tu possa esserti sbagliato su di me?”
“No mai. dovrei?”
“..non lo so..potrei essere una chiunque..magari sto solo approfittando di te e una di queste notti ti uccidero’ nel sonno..”
“ma no electa non lo farai..non puoi”
“a no?e perche?”
“ti servo ancora,io lo so,tu lo sai..e Lui lo sa…me l’ha detto”
Rimasi in silenzio…come lui?Lui chi?Serrai le labbra indispettita dai suoi discorsi enigmatici lasciati sempre li a meta’…
“ahh sei noioso seb!tu e i tuoi giochino di parole!non trattarmi come una ragazzina!”
“va bene”rispose lui
“va bene cosa?”irritata”è che tu hai paura..lo so..lo sai che potrei farlo davvero”
“si è vero..ma adesso dormi Electa,risparmia le energie per domani..ti aspetta una giornataccia..verrai punita lo sai”
Lo guardai come stesse dicendo una follia”Ma come!punita?Da chi?Ma dannazione sebal guardami mentre parlo!Che vuoi dire”
“Domani un altro passo ti portera’ verso il punto di “non ritorno” magari quello che ti vedra’ vincente o perdente..chi lo sa…sai solo che ogni passo è piu doloroso di quello precedente e meno di quello successivo…sara’ sempre cosi..”
Apri’ gli occhi mi guardo’ fissa per pochi istanti mi fece una carezza e torno a dormire.
Passarono anni,e il mio “punto di non ritorno” fu vincente come il mio cuore aveva sperato e Lui lo aveva sempre saputo..come Sebal aveva sempre saputo che l’avrei tradito nel momento in cui sarei stata sazia di lui e della sua conoscenza…
Mi accolse con se Nuitari ,come la piu giovane delle sue figlie e la piu adorabile delle sue amanti..

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