Eilidh Saragant

Storia

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La piccola camminava felice insieme al padre per il mercato di Solace, i Vallenwood dominavano la città come antichi e minacciosi custodi della città stessa, in quell'aria invernale tutto era assopito in uno strano torpore che sarebbe svanito con l'arrivo della primavera. Eilidh aveva 5 anni, e la sua curiosità morbosa la spingeva a ficcare il naso (molte volte) in cose che un giorno forse l'avrebbero cacciata nei guai. Le bancarelle con gli strani intrugli maleodoranti che il padre era solito prendere la entusiasmavano non poco, sui banconi vi erano esposti strane pietre colorate, sacchetti ripieni di chissà quale strana polvere magica, libri rilegati in graziose copertine vellutate… Eilidh ne era estasiata.
I capelli ondulati color miele le ricadevano sulle spalle incorniciando un viso sbarazzino reso buffo dalle gote e dal naso rossi per via del freddo pungente, e lui…la guardava, preoccupato come un padre guarda la propria figlia essendo preoccupato per la sua vita. Chi l'avrebbe mai detto….quel rinnegato che 5 anni prima la rapì sottraendola ai suoi genitori, si era dannatamente affezionato a quella piccola peste.
"Vieni Eilidh torniamo a casa il sole sta tramontando.."
"Arrivo!!"
Prese a correre per il sentiero con i pesanti abiti invernali che la facevano sembrare un piccolo fagotto ballonzolante, Sarun le prese la mano, la mise sul cavallo raggiungendola e si avviarono verso casa. La stanchezza prese immediatamente il sopravvento indugendo la bimba (stranamente) a dirigersi verso il letto.
L'uomo le rimase accanto osservandola, la sua lontana discendenza elfica lo infastidiva sino all'inverosimile, ogni dannato giorno gli ricordava che lei non era sua, non era sangue del suo sangue, era solo una piccola mezz'elfa sottratta ai suoi genitori per uno stupido torto. Il vero padre della bimba aveva deciso di studiare la Magia presso i Maghi dell'Ordine dell' Alta Stregoneria, si conoscevano da tanto tempo…e ora Herac indossava le Vesti Nere simbolo che Nuitari gli concedeva i suoi favori. La osservava ancora pensando " figlia di una Veste Nera….e una Veste Bianca…" si alzò lasciando la bambina avvolta nelle coperte ormai totalmente addormentata, ringraziando qualche Dio di avergli permesso di venire a conoscenza di un sentimento così grande: l'amore di un figlio.

La mattinata si preannunciava afosa come tutte le altre precedenti del resto. L'estate aveva letteralmente invaso Ansalon preoccupando non poco gli abitanti delle singole città, le riserve d'acqua scarseggiavano.
Eilidh aveva passato la notte a cercare una posizione decente nel proprio letto e solo qualche ora prima che spuntasse il sole decise che dormire per terra sotto la finestra coprendo il pavimento con un lenzuolo era la soluzione ideale. Il Sole aveva schiarito ulteriormente i capelli color miele, la pelle abbronzata metteva in risalto gli occhi verdi e luminosi, ora aveva 15 anni e li compiva proprio in quel giorno. Si alzò sbuffando, l'afa le tormentava nuovamente i sogni, varcò la soglia della cucina stropicciandosi un occhio e sbadigliando trovò il padre intento a preparare sacche e sacchetti vari con cibo, vestiario, reagenti…soldi.
Per il tuo compleanno..un regalo speciale. Corri a preparti Eilidh partiamo.
Assonnata e perplessa tornò in camera sua senza porre domande, cominciava a sentire l'eccitazione assalirla, finalmente partivano! Viaggiarono senza sosta fino ad arrivare al molo di Newport circa una settimana dopo e invocando la misericordia della dea Zeboim si imbarcarono per la prima nave per Palanthas.
Un viaggio decisamente tranquillo e interessante, l'interesse di Eilidh aumentò a dismisura quando alle prime luci dell'alba la ragazzina scorse tra la nebbia il porto della città, con le sue numerevoli banchine. I pescatori erano già all'opera da alcune ore, la Baia di Branchala era piena di vita.
"Oh per gli Dei ma dove diamine….."
"Benvenuta a Palanthas bambina mia"
Eilidh sentiva il cuore schizzarle fuori dal petto, mai in vita sua avrebbe immaginato che un giorno avrebbe messo pieda nella favolosa città di Palanthas. Camminando per vie e viali più appartati giunsero a quello che si poteva tranquillamente definire "locanda"… poche stanze arredate sobriamente: due letti, una scrivania, una sedia, un armadio abbastanza ampio.
Depositate le proprie cose la prima meta fu "il mercato", li attendeva infatti un'accurata ricerca delle pergamene più pregiate che Ansalon potesse offrire. La folla era eccessiva, accalcata attorno alle bancarelle alla ricerca di chissà quale oggetto raro e prezioso (che il più delle volte si dimostrava essere contraffatto), era così incuriosita, rapita da quella inusuale confusione che all'improvviso Eilidh voltandosi freneticamente intuì ciò che era accaduto, si ritrovò sola. Cominciò a camminare per i viali spaesata, ottenendo l'effetto contrario, invece di orientarsi si perse in quella città che lentamente sentiva minacciarla. La mattinata era divenuta insopportabile a causa del caldo umido, sedendosi sotto un albero si decise che ritrovare la calma perduta, in seguito allo shok di vagare sola in mezzo a migliaia di persone estranee, doveva essere il primo obiettivo. Si rimise in cammino cercando di ricordare il luogo esatto della locanda, ma non ebbe risultati, le ore passavano facendo distendere le ombre……il sole stava ormai tramontando, aveva promesso che mai per nessun motivo al mondo avrebbe utilizzato la sua magia in quella grande città, ma lo sgomento e la paura presero il sopravvento, col suo libro in mano, mentre afferrava le polveri magiche…pronuncio parole secche e distinte, e tutt'intorno a lei ci fu un balenare di luci soffuse…poteva camminare sicura tra le tenebre ora. Si voltò trovandosi a pochi centimetri un uomo che la stava osservando da alcuni minuti con rara discrezione, sembrava essere particolarmente interessato alla sua vita, da dove veniva, cosa ci facesse a Palanthas…erano tutte domande che lasciarono perplessa la giovane che cominciava a domandarsi il perchè di tutto quello strano interessamento. Non potendo dire chi era in realtà finse di essere un'apprendista lavoratrice di chissà quale mastro dal nome inventato sul momento, fu allora che l'uomo cambiò sembianze, il volto si tramutò, e con esso anche la voce, le Vesti….i modi. Un seguace di Nuitari, la Luna invisibile, il Mago la afferrò per un polso etichettandola senza troppi giri di parole come Rinnegata, minacciata e umiliata Eilidh fu costretta a seguire il vecchio e arcigno mago attraverso un magico portale che li condusse nei freddi sotterranei di una torre. Rinchiusa e terrorizzata Eilidh invocava la libertà che non tardò a giungere, ma a quale prezzo. Sarebbe rimasta a Palanthas per studiare sotto la tutela di due Maghi devoti al figlio della Regina Takhisis, avrebbe dovuto rinunciare al padre, avrebbero fatto del male anche a lui sicuramente se si fosse rifiutata, la mente della ragazzina fu facilmente soggiogabile al loro volere. Qualche settimana più tardi Eilidh attendeva all'ombra di una grande costruzione l'arrivo di una persona, il Consigliere Alcarin Strife era accanto a lei e sedeva tacendo con lo sguardo inperturbabile. All'improvviso apparve una donna…avvolta in candide vesti bianche, il consigliere cominciò a parlare senza farsi attendere…
"Ho avuto un incontro spiacevole l'altra notte, con un rinnegato, il padre di questa mezz'elfa che sembra non essere il suo vero padre, i suoi veri genitori sono un Magus Veste Nera e una Magus Veste bianca…ha detto chiaramente i loro nomi, la ragazzina ora è sotto la vostra tutela."
Fu allora che la Maga sembrò indurire i suoi lineamenti in uno sguardo carico di perplessità, astio…tristezza. Mentre Eilidh ascoltava trattenendo lacrime amare che ormai tratteneva da troppo tempo osservava quella donna…il suo volto così stranamente familiare. Cosa stava accadendo alla sua vita, perchè gli Dei le stavano sconvolgendo l'esistenza, qual'era il suo destino. Nessuno credeva che quella mezz'elfa sarebbe potuta essere figlia di Herac e Jamira Saragant, Eilidh compresa, nessuno apparte i due consiglieri neri che l'avevano sottratta al suo adorato padre.
Il tempo sebbene scorresse veloce stava impartendo una dura lezione di vita, spesso ciò che più si ama non è ciò che più è giusto per la propria vita, Krynn stava conoscendo nuovamente tempi bui, il Re Prete era tornato, i Maghi correvano nuovamente un grande pericolo, a causa di questo terribile evento tutti i maghi erano costretti a rimanere al sicuro entro le mura delle Torri; un periodo difficile, che però contribuì alla crescita di Eilidh, il confronto, la gelosia, il perdono, l'amore….sentimenti che sino ad ora erano rimasti assopiti dentro il cuore della ragazza stavano facendo lentamente capolino. Finalmente cominciava a vivere.
Erano passati alcuni anni da quando Eilidh entrò nella Torre Bianca, il suo apprendistato fu felice sino a quando non decise di amare un suo compagno di studi, da poco divenuto un Magus di Lunitari, proprio perchè Magus, Sath de'Serovist, sembrava fosse ostacolato in questa sua scelta di trascorrere con lei i più intimi momenti della giornata. L'amore come causa dei mali, sopraffatta dalla sua presenza, la mente non si dedicava più alla Magia, pensava solo a tutte le volte che lui l'aveva baciata, accarezzata, abbracciata come per non farla più allontanare da sè, la mente, il cuore.. erano soggiogati da un sentimento troppo forte, e così lo erano anche quelli del giovane Magus che si ritrovò senza i suoi poteri, l'amore per quella mezz'elfa l'aveva privato delle energie magiche, era costretto a scegliere tra l'amore e la magia. Una decisione troppo sofferta che Eilidh decise di prendere al suo posto, abbandonò le Torri sperando che Sath avrebbe dimenticato un giorno questo gesto che poteva risultare vigliacco, ma era stato necessario per proteggerlo, il suo unico amore doveva essere la magia di Lunitari.
Due destini separati, Eilidh aveva lasciato in quella Scuola il suo cuore, si ripromise che l'unica cosa di cui aveva bisogno,ora, era la sua magia, per poter essere all'altezza della sua famiglia, per raggiungerli in potenza, coloro che avevano ostacolato la sua vita con Sath, dovevano essere sopraffatti, sarebbe diventata più potente di loro. Spese quasi tutti i suoi risparmi per affrontare il viaggio che la portò a Sanction, e ora era lì, in attesa che qualcuno con le effigi della Spina passasse accanto a lei, e presto fu così.
Il Cavaliere sir Marik Ishtar la scrutò a lungo.. "Fate di me la vostra allieva, servirò la Regina in totale fedeltà, studierò per apprendere l'arte arcana, aspiro a un potere superiore e servirò il Cavalierato sino alla fine dei miei giorni osservando il Codice con Onore e devozione" . Il Cavaliere le mise una mano sulla spalla accogliendola nella sua dimora come sua adepta, la torre era sovrastata da un'immensa montagna come a sua protezione, la fissò e con poche parole disse " Il tuo sangue elfico verrà sottratto dalla tua essenza, ragazza, è il volere della Regina."
Senza Sath, senza radici elfiche, ma con nuove opportunità innanzi a sè, la giovane ormai divenuta umana si sfiorò il ventre, lo fissò per lunghi istanti, e poi… percepì la vita, l'amore per Sath non doveva essere dimenticato anche se l'avrebbe voluto con tutto il cuore, " Liriel.. " sussurrò, come volendo parlare al figlio che portava dentro di sè "Sarai una bambina, lo so, e se vorrai.. vivrai la vita che io non ho potuto avere, avrai questo nome, il mio vero nome che mi diede mia madre appena nata, e sarai un' ottima maga, anche amando, perchè la tua anima accoglierà in sè più poteri, magia e amore faranno parte di te…"
Andò sul promontorio fuori Sanction innanzi al mare in burrasca, colse una rosa bianca sfiorandone le spine, osservandole si sentì parte del suo nuovo Ordine.

Alcuni anni dopo, la mente di Eilidh rielaborava vecchie sensazioni, pensieri che pensava ormai inesistenti, si chiedeva se ciò che successe anni prima fosse frutto della collera e della disperazione, pensava a Sath, alla figlia ormai sparita e che ora sarebbe stata una giovane donna, ma lei non sapeva nemmeno se sua figlia era viva. Non poteva continuare a tormentarsi in questo modo, la Prova del Sangue si avvicinava ma la sua fede si allontanava. "Non si può servire la Regina per ripicca verso chi ci ha spezzato il cuore…" si diceva tra sè, sarebbe morta certamente durante la Prova, solo i degni servitori ne escono vivi, e lei cercava a Neraka rifugio, non Fede. Doveva porre rimedio, aveva ancora un'occasione per decidere che farne della propria vita, che diamine le era saltato in mente? Come aveva potuto perdere così il senno per un uomo abbracciando l'oscurità? Usciva calma e pacata dalle porte di Neraka salutando come al solito le guardie di ronda, ma questa volta non sarebbe tornata, si voltò dando uno sguardo al tempio che si ergeva minaccioso su di lei, sembrava quasi volerla afferrare e schiacciare e quasi poteva udire una voce violenta urlarle "Traditrice!" .

Un mese dopo arrivava in Solamnia a bordo di una nave mercantile, aveva lavorato come aiuto cuoca per pagarsi il viaggio, a Neraka era molto benestante, ma ora non aveva una moneta in tasca. Nuovamente la Baia di Branchala davanti a lei, l'aveva vista per la prima volta quando aveva 15 anni, il giorno del suo compleanno, ci tornava 15 anni dopo con l'animo provato e col cuore in pena. Con i soldi risparmiati riuscì a vestirsi dignitosamente, ma non aveva una tetto sopra la testa, doveva cominciare a lavorare nuovamente, usare la Magiai in quella città era pericoloso, l'aveva provato a proprie spese quand'era una ragazzina.

*+* Pensieri scritti*+*

Sera. L'autunno è alle porte, il vento ha cambiato direzione e le foglie si staccano leggere e dorate dagli alberi. C'è qualcosa nell'aria, sento il cuore accelerare, questo è un avvertimento, percepisco in me tensione, o emozione. Mi volto nella piazza ancora buia, c'è una figura vestita di nero intenta a leggere alla bacheca, non so chi sia ma qualcosa mi attrae, mi avvicino lenta come per convincermi che non ho niente da temere. Si volta, tremo qualche istante, mi sembra di tornare un'adolescente e a stento trattengo le lacrime. Sath… è Sath…., ancora lui davanti a me, dopo tutti questi anni siamo nuovamente qui a guardarci. Tengo il cappuccio cercando di tenermi celata ai suoi occhi, mi fissa stranito e non resisto, devo dirgli che sono io, deve sapere che sono qui e che se solo alzassi un braccio potrei toccarlo. Cerco di fare ordine nella mente, non c'è spazio per i sentimentalismi, non posso mostrarmi sciocca e vulnerabile, non ora. Lo fisso decisa e parlo come se niente fosse mostrando notevole abilità nella recitazione, mi stupisco di me. Mi guarda atterrito mentre abbasso il cappuccio, quante cose da dirci, quante questioni da chiarire, e io lì … che lo fisso sognando di potergli dire che lo amo, che lo amo da sempre e che mi dispiace per tutto ciò che è accaduto in passato. Taccio, lo ascolto con fatica, sono persa nei suoi occhi e devo reagire. Vuole che mi consegni al Conclave, torno con i piedi per terra dopo questa frase, dopo tutti questi anni sa solo dirmi questo… il Conclave. E' una proposta pericolosa, ho bisogno della Magia ma potrebbero condannarmi a morte, seguire le Lune non sarebbe poi così male, ho iniziato anni fa applicandomi con successo e sono scappata per la stolta mia immaturità.

Ci ho pensato, sono passati giorni e mi sono consegnata a lui, non ho più il mio libro, non ho più i miei composti alchemici, non ho niente, posso solo stare seduta a scrivere rinchiusa qui a Wyreth dopo aver passato non so quanto tempo nella Torre Nera di Palanthas.

Liriel è viva. La mia Liriel… mia figlia. Ancora non ci credo, è a Palanthas da qualche parte ad applicarsi anche lei con la Magia, ne sono fiera, e la amo con tutto il cuore.

*pagina strappata*
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Descrizione

Eilidh ha circa 30 anni, ha i capelli color miele e occhi chiari. E' alta sul metro e 65, ha lineamenti semplici ma aggraziati che richiamano la sua lontana parentela elfica. Molto emotiva, tende a non esternare la sua debolezza per non concedere agli altri il vantaggio di conoscere i suoi punti deboli. Non ha ancora chiaro il suo scopo, attende paziente la Prova per capire dalle Lune stesse quale sarà la sua via.

Curiosità

- E' un'ottima alchimista
- E' figlia del Consigliere Bianco Jamira Saragant e del Magus Veste Nera Herac.
- Appena nata il suo nome non era Eilidh ma Liriel. Eilidh le è stato dato dal rinnegato che l'ha sottratta ai genitori.

Dicono di lei

  • "E' triste, ma non posso dire di conoscere veramente Eilidh… Gli eventi non l'hanno permesso. Ero giovane quando è nata, incapace di impedire il suo rapimento… E quando il fato ha deciso di riportarmela, non sono riuscita a fidarmi abbastanza di lei da crederla veramente mia figlia… Solo alla fine, quando era ormai accaduto l'irreparabile, ho capito che davvero era lei… Aveva il mio stesso ardore giovanile, la mia stessa passione… ma nel suo caso, la volontà è stata debole, la disciplina insufficiente." Si ferma davanti alla finestra, guardando il crepuscolo sul mare. "La notte che ha abbandonato la luce delle lune… Eilidh per me… è morta." Conclude con voce flebile mentre lacrime le solcano il viso.- Jamira Saragant
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