Akasha
  • * * * * * * * * * * * * * * Akasha * * * * * * * * * * * * * *

La sua storia comincia venti anni fa, quando ,tra le umide e infestate mura del covo della piu potente Corporazione di Ladri della grande capitale, due giovani ,dall’animo corrotto, consumavano il loro desiderio d’amore malato; Jaden abile e scaltra,la ladra più quotata di Palanthas dai morbidi capelli rossi e la pelle marmorea e Lestath il numero uno della Corporazione cedettero alle loro passioni carnali per una sola notte in un turbinio di profumi e gelide sensazioni..

Uno spasmo di freddo mi desto dal mio sonno.
La pelle mi bruciava nel punto in cui aveva giaciuto ore a contatto con il marmo gelido del tavolo. .il tavolo?
avevo dormito li?
Mi guardai attorno e solo allora la mia mente mise a fuoco..
Ero addormentata seminuda sul tavolo della sala delle riunioni.
Il mio volto avvampò da un improvviso senso di vergogna,scesi da li.
“Quello stronzo mi ha lasciata qui senza dirmi nulla,Lestath sei un cane rognoso”imprecai tra me.
Mesi dopo ,quella stessa sensazione di gelo che attraversò la mia schiena quella notte, su quel tavolo di marmo,torno a farmi visita…Non era il freddo ma il sussurro degli Dei,mi avevano punita:ero incinta.
Ero adirata con me stessa e mi maledissi,maledissi quel lurido porco e maledissi gli Dei
Decisi di andare da mia madre,dopotutto era l’unica cosa che potesse essere vagamente somigliante ad un membro della famiglia.. avevo bisogno di qualcuno e Lestath non avrebbe mai ammesso il suo errore,il nostro errore.
Partorii una splendida bambina dai lineamenti gentili e raffinati degni di una regina solamnica.
Era troppo bella per essere mia,profumava di un qualcosa di strano,attraente,e i suoi occhi azzurri mi fissavano increduli e incoscienti.
Io ero il suo miracolo lei la mia maledizione.
La notte stessa mi liberai dei tre giorni d’angoscia materna come si fa per gli scarti dal macellaio.
Mia figlia,senza nome,senza terra,senza madre,abbandonata alle cure della nonna…si abbandonata…dopotutto le avevo dato una possibilità di riscatto pensai.
“Forse questa volta riuscirai a badare a qualcuno come non hai mai fatto con me”
Ero gia lontana.
La Corporazione non tollerava traditori o peggio rinunciatari,ero giovane e bella e di nuovo libera.
Di lei non seppi più nulla e cosi facendo assassinai la mia coscienza.

La chiamai Akasha,bella dannatamente bella ed inquietante i suoi occhi mi bruciavano le carni ogni volta che si posavano su di me.
Quella lurida cagna di sua madre si era liberata di lei e peggio l’aveva lasciata a me come una punizione voluta.

Uno schianto.
Mi sveglia di soprassalto,i cavalli del fattore McDragon erano di nuovo usciti dal recinto dannazione!
“Le mie mandragole!” In pre dall’ira mi precipitai giù per le scale ,afferrai il forcone all’entrata
”Questa volta ne farò ottime salsicce McDragon!Il mio lavoro di mesi!”gridai
Akasha era ferma sull’uscio sgangherato in una posizione contorta,il capo era riverso di lato come se qualcheduno le avesse spezzato l’osso del collo e sorrideva solo da un lato della bocca.
Mi spaventai al punto tale che sobbalzai cadendo giù per gli ultimi scalini.
Non sapevo se precipitarmi da lei per rimetterla in qualche modo a posto o fuggire terrorizzata.
“Catheline non allarmarti..”mi disse con calma
“I tuoi orti sono protetti dal profumo.. non ricordi?”
“Quale prof..oh..gia.. il profumo”Sollevata sospirai
“Si piccola mia hai ragione lo abbiamo fregato sta volta il fattore McScemo!Oh si! Quell’intruglio farà morire di nausee i suoi stupidi cavalli se si avvicineranno alle mie meravigliose piante”risi soddisfatta
La ragazzina dondolo per qualche istante sul posto con quel suo mezzo sorrisetto snervante da psicotica. Delle volte somigliava alla madre quando da piccola mi faceva scherzi idioti per spaventarmi. In effetti quella ragazzina dai capelli rosso fuoco proprio mi spaventava per quanto inquietante…
Akasha corse fuori ridendo ed io rientrai sollevata in casa,andai in cucina e cominciai a tagliare cipolle.

“Rip è tornata dentro!”Urlai ma non avevo molta voce e cosi ne usci fuori un sibilo raschiante.
Rip era il figlio del fattore McDragon un ragazzetto sveglio e scaltro a cui piaceva fare scherzi al padre che spesso gli costavano mesi e mesi di lavoro.
I due ragazzini corsero verso il campo di reagenti della povera Catheline e si fermandosi li davanti col fiatone dopo la lunga corsa.
“Ma cosa diavolo è questa puzza?Non avrà davvero avvelenato lo steccato la tua vecchia!”
“Non è lezzo. E’ un profumo,un essenza che riesce a destare nei tuoi cavalli emozioni contrastanti tali da ucciderli..”
“Per me è solo puzza .Chiunque scapperebbe anche i cavalli”
Lo guardai
Mia nonna era un erborista anche dalle spiccate capacità se non fosse per il fatto che era stata troppo codarda per spingersi oltre ma mi aveva insegnato tutto sull’alchimia sulle essenze e suoi profumi.

..il regno degli odori rappresenta un territorio che non lascia alcuna traccia e per questo senza saperlo è la più potente arma per conoscere e capire gli altri…

Me lo ripeteva spesso.
Ciascun profumo contiene tre accordi:la testa il cuore e la base.
Quest’ultimo accordo io lo percepivo come fosse il messaggio che ognuno mi inviava involontariamente per farsi capire senza volere che io capissi.
Riuscivo a percepire le volontà le sensazioni le emozioni i desideri della gente attraverso il mio dono…lo ritenevo tale, un dono, e Rip quel giorno profumava di evento inaspettato.. io mi sentivo eccitata ed inebriata da lui.
“Vieni!” gli gridai mentre correvo verso la stalla
“C’e’ Catheline guarda!”Indicando in fondo alla casa della nonna dove una piccola figura con in mano un forcone agitava le braccia imprecando ogni sorta
Scappammo via divertiti e ci rifugiammo nella stalla del fattore.
“Bum!Bum!”due colpi di fucile il fattore ci aveva scoperti
Rip comincio a gridare.
Gli tappai la bocca più forte che potei. Doveva rimangiarsela quella voce stridula ed idiota. Sempre al momento inopportuno!
Non avevo nessuna intenzione di farmi scoprire da McScemo nella sua stalla,mi avrebbe picchiata con la sua cinghia quel lurido schifoso.
Senti un torpore attraversare tutto il mio corpo e bruciarmi l’aria nei polmoni.
Rip continuava a dimenarsi come un idiota. Premetti più forte con tutte le mie forze mentre controllavo da una fessura tra le balle di fieno che il fattore si stesse allontanando.
C’era un profumo strano quella volta.
Mi sentii affamata ed eccitata nello stesso tempo. Forte come non lo ero mai stata, era una sensazione di estasi assoluta.
Aspettai finche non fui sazia di quell’emozione cosi forte.. poi abbassai lo sguardo.
Mi ero dimenticata di Rip.
Ansimante sgranai gli occhi e allora lo vidi. Era li sotto la mia gonna larga e le mie mani sbiancate. Inerme,morto con la bocca spalancata e la disperazione negli occhi.
Non riuscivo a capire.. io mi sentivo bene.. ero più leggera..
Mi alzai di scatto,non riuscivo a provare niente in quell’istante avevo soffocato il mio compagno di giochi e invece d’esser disperata ,le gambe mi tremavano per la goduria della sensazione appena provata,avevo una respirazione piu ritmica e profonda e il cuore in estasi.
Come mi sentii bene quella mattina.. scappai via.
Tornai da Catheline a casa.
Forse era per l’espressione che avevo dipinta in volto o forse anche lei avvertiva il mio profumo ma al mio ritorno mi guardò come non aveva mai fatto prese una tinozza e decise che era il momento del bagno.
Non mi opposi.. mi lavò in silenzio pulendomi con cura maniacale..ero divertita e la guardavo col capo inclinato come mi aveva insegnato Rip.
Era convinto che guardare la gente storta li rendesse piu vulnerabili di quanto non volessero sembrare..ed era vero!
Il mondo ha tutt’un’altra prospettiva visto in obliquo.. sembra che stia per crollare inesorabile e sei tu a scegliere quando poterlo rimettere dritto.
Insomma mi lavò dai miei peccati!Fu divertente.
L’indomani trovai un fagotto grande e ben annodato con tutti i miei vestiti e Catheline che aspettava sull’uscio in lacrime.
“Akasha piccola mia,ti ho cresciuto come fossi mia,io ho riscattato la mia vita materna ma ora tu hai bisogno di salvarti e qui non potrai farlo.. vai via.. non posso più aiutarti”
Non lo so perché in quel momento preciso mi sentii come il mio mondo inclinato. Piansi.

Sono passati 7 anni da allora,da poco son giunta a Palanthas col vento di primavera e i pollini del sud.
Il mio dono è venuto con me come ha fatto durante questi anni ,mi ha accompagnata nel mio pellegrinaggio e di questo ho scelto di farne una professione.

Il mio nome è Akasha, figlia di Lestath e Jaden ,e per quanto potrà sembrarvi immorale nella vita faccio l’assassina, per salvare me stessa.

Unless otherwise stated, the content of this page is licensed under Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 License